WhatsApp, allerta privacy per questa funzione: come disattivarla subito

Apri WhatsApp, mandi un messaggio e, senza che tu lo sappia, informazioni su di te vengono condivise. Non con persone, ma con sistemi che raccolgono dati su quando sei online, dove sei, cosa condividi. Negli ultimi mesi, sui social e nei gruppi WhatsApp stessi, circola un’allerta su una funzione specifica che espone più dati di quanto molti immagini. L’argomento è diventato così diffuso che è facile pensare che WhatsApp sia diventato improvvisamente pericoloso. In realtà, il problema non è tanto l’app, quanto il fatto che molti non sanno come configurarla.

La privacy su WhatsApp non è una questione di “attivare una protezione magica”, ma di conoscere quali impostazioni controllano cosa mostri agli altri e al sistema di Meta. Il buono? Una volta capito il meccanismo, bastano pochi minuti per riprendere il controllo completo dei tuoi dati. Questo articolo ti spiega cosa succede dietro le quinte, quali sono i veri rischi, e come disattivare subito le impostazioni che espongono troppo di te.

Quando WhatsApp parla troppo: perché questa funzione preoccupa la tua privacy

Ogni azione su WhatsApp lascia tracce. Non è una teoria cospirazionista, è il funzionamento di qualsiasi app di messaggistica moderna. Il problema sorge quando quelle tracce diventano pubbliche o vengono condivise con persone che non dovrebbero vederle. Una persona che vuole monitorarti sa esattamente dove cercare: le impostazioni di visibilità. Vedendo quando sei online, può capire i tuoi orari. Accedendo al tuo stato, conosce i tuoi movimenti. Visualizzando la tua foto profilo, ha accesso a un’immagine che hai scelto, magari involontariamente, di condividere con chiunque.

L’allerta che vedi sui social nasce proprio da qui. Non è paura infondata, è consapevolezza di un fatto: WhatsApp, di default, mostra più informazioni di quante tu probabilmente desideri. E molti utenti non si rendono conto fino a quando non è troppo tardi. Un ex partner molesto che ti monitora. Un collega che nota esattamente quando te ne vai dall’ufficio. Uno sconosciuto che ricostruisce le tue abitudini da frammenti di dati pubblici. Prima di vedere i passaggi per proteggere davvero la tua privacy, è fondamentale capire quale funzione è sotto accusa e perché rappresenta un rischio concreto.

Qual è la funzione sotto accusa: cosa fa davvero e cosa mostra di te

Non c’è una sola funzione “cattiva” su WhatsApp. Ci sono, invece, diverse impostazioni che, se non configurate correttamente, trasformano la tua app in una finestra aperta sul tuo comportamento. La confusione nasce spesso da messaggi virali che citano una “Privacy Avanzata” come una sorta di scudo magico, oppure che indicano la condivisione dello schermo come pericolosa. Entrambi i messaggi contengono frammenti di verità mescolati a malintesi.

Dove si trovano e come funzionano di default

Accedi a Impostazioni > Privacy su WhatsApp e vedrai una serie di toggle e menu a tendina. Ognuno di essi controlla chi può vedere che cosa di te. Di default, la maggior parte delle opzioni è impostata su “Tutti”, il che significa che praticamente chiunque abbia il tuo numero di telefono può vederti. Questo include persone che non hai mai salvato in rubrica, utenti casuali, o persone che hai bloccato ma che mantengono la tua informazione da prima. La funzione più critica è quella che controlla “Chi può vedere il tuo ultimo accesso”, un dato apparentemente innocuo, ma che rivela i tuoi orari e abitudini a chiunque.

Parallelamente, esiste la “Condivisione dello schermo durante le videochiamate”, una funzione più recente che, da fine ottobre 2025, include un avviso automatico di sicurezza. Quando attivi la condivisione, il tuo intero schermo diventa visibile a chi chiami: numeri di conto bancario, password, foto personali, conversazioni private. Se condividi lo schermo con una persona non fidata, quella persona vede letteralmente tutto.

Quali dati rende esposti

Le impostazioni di privacy di WhatsApp controllano la visibilità di:

  • Ultimo accesso: quando sei stato online l’ultima volta. Permette a chiunque di capire quando sei libero, quando sei al lavoro, quando stai dormendo.
  • Stato online: se sei visibile come “online” durante la chat. Alcuni la considerano meno critica dell’ultimo accesso, ma rivela comunque i tuoi movimenti in tempo reale.
  • Foto profilo: chi può vederla. Se impostata su “Tutti”, anche uno sconosciuto che trova il tuo numero può risalire a una tua immagine.
  • Info personale: la tua biografia, il tuo numero, la tua data di nascita se l’hai inserita.
  • Stato/Stories: le tue foto e video temporanei, e chi può visualizzarli.
  • Condivisione posizione: se attivi la condivisione in tempo reale, la tua posizione GPS è trasmessa al contatto per tutta la durata del tempo impostato.

La differenza cruciale tra ciò che gli utenti pensano e la realtà è questa: molti credono “Tanto è solo per i miei contatti”. Ma “contatti” non significa “persone di cui ti fidi”, significa “persone che hai salvato”, che potrebbe includere chiunque abbia il tuo numero.

Perché è un rischio per la tua privacy: scenari reali, non solo teoria

Non si tratta di hacker hollywoodiani che infrangono server. Il rischio vero è più subdolo e quotidiano. Le informazioni che WhatsApp condivide di default sono utilizzabili per controllare, stalkerizzare, o semplicemente creare un profilo di te basato su abitudini osservate.

Situazioni problematiche comuni

Un ex partner che vuole monitorare dove sei e quando. Legge il tuo ultimo accesso, nota che sei online alle 2 di notte ogni martedì, e deduce che sei in un’altra relazione. Un capo che controlla se sei davvero malato, vedendo che sei online mentre dovunque dire che sei a casa. Un collega invadente che sa quando lasci l’ufficio perché nota che il tuo stato cambia da “online” a invisibile a quell’ora precisa. Uno sconosciuto che, iniziando da foto e info pubbliche, ricostruisce gradualmente la tua routine e diventa capace di prevedere dove sarai in certi momenti.

La condivisione dello schermo amplifica il rischio di un ordine di grandezza. Se accetti una richiesta di screen share da qualcuno che conosci poco, quella persona può vedere il tuo conto bancario sullo schermo, i tuoi messaggi privati di altri gruppi, le tue foto personali in una cartella aperta. Non è paranoia; è una vulnerabilità reale.

Possibili conseguenze

La perdita di riservatezza è la conseguenza più ovvia. Ma ci sono effetti meno tangibili ma altrettanto importanti. La sensazione di essere sempre sotto osservazione cambia il tuo comportamento. Inizi a autocensurirti, a controllare l’ora prima di aprire l’app, a stressarti sapendo che qualcuno sa quando sei online. C’è anche una questione più ampia di profilazione: se Meta sa esattamente quando sei online, dove sei, e con chi comunichi frequentemente, quello schema di dati diventa prezioso per la pubblicità personalizzata. Non è illegale, ma è un’informazione in più che potrebbe essere usata per manipolarti.

Non devi cancellare WhatsApp da paura. Ma imparare a farlo lavorare per te, non contro di te, è essenziale. Vediamo quindi, passo dopo passo, come disattivare le impostazioni problematiche e riprendere il controllo.

Come disattivare le impostazioni privacy WhatsApp su Android e iPhone

La procedura è praticamente identica su entrambi i sistemi, ma faremo una divisione chiara per evitare confusione.

Procedura su Android

Apri WhatsApp e tocca l’icona dei tre punti (menu) in alto a destra, oppure vai su Impostazioni (l’icona a forma di ingranaggio). Seleziona Privacy. Qui vedrai un elenco di opzioni.

Ecco cosa devi modificare:

  • Ultimo accesso: tocca la voce, vedrai tre opzioni: “Tutti”, “I miei contatti”, “Nessuno”. Scegli “I miei contatti” come compromesso, o “Nessuno” se desideri massima riservatezza. Se scegli “Nessuno”, non vedrai nemmeno tu l’ultimo accesso altrui, quindi valuta bene.
  • Stato online: di solito è un toggle. Se vuoi essere invisibile, disattivalo.
  • Foto profilo: impostala su “I miei contatti” per evitare che sconosciuti la vedano.
  • Info: come la foto, impostala su “I miei contatti”.
  • Stato: seleziona chi può vederlo. Se usi le stories, scegli “I miei contatti” o “Persone specifiche” per un controllo ancora maggiore.
  • Gruppi: se vuoi limitare chi può aggiungerti ai gruppi senza il tuo consenso, tocca questa voce e scegli “I miei contatti” o “Nessuno”.

Una volta modificate tutte le opzioni, torna indietro e verifica che i cambiamenti siano stati salvati. Fai uno screenshot per ricordarti quali erano le tue scelte.

Procedura su iPhone

Il percorso è identico: Impostazioni (l’app di sistema) > WhatsApp (se stai usando iOS 17+) oppure, direttamente nell’app, vai su Impostazioni (icona a forma di ingranaggio in basso) > Privacy.

Le voci sono le stesse:

  • Ultimo accesso: scegli “I miei contatti” o “Nessuno”.
  • Stato online: disattiva il toggle.
  • Foto profilo: imposta su “I miei contatti”.
  • Info: come la foto, “I miei contatti”.
  • Stato: scegli “I miei contatti” o personalizza.
  • Gruppi: limita a “I miei contatti” o “Nessuno”.

Come su Android, verifica i cambiamenti toccando nuovamente su ogni voce per confermare che le tue impostazioni sono state registrate.

Checklist finale di verifica

Dopo aver completato i passaggi, usa questa lista per controllare di non aver dimenticato nulla:

  • Ultimo accesso impostato su una categoria diversa da “Tutti”
  • Stato online disattivato (se desiderato)
  • Foto profilo visibile solo ai contatti salvati
  • Info personali limitate ai contatti
  • Stato/Stories personalizzato
  • Autorizzazioni di gruppo ristabilite

Altre impostazioni da controllare per rendere WhatsApp davvero più privato

Hai risolto il problema più urgente, ma non è l’unico punto critico. La privacy reale su WhatsApp richiede di guardare oltre una singola funzione e di affrontare il sistema nel suo complesso.

Ultimo accesso e stato online: una distinzione importante

Molti confondono “ultimo accesso” e “stato online”. Sono due cose diverse. Il primo indica quando sei stato online l’ultima volta; il secondo mostra che sei online in questo momento. Disattivando lo stato online, rimani invisibile mentre usi l’app, ma gli altri vedono quando eri online l’ultima volta. Disattivando l’ultimo accesso, gli altri non sanno quando ti sei disconnesso, ma vedono se sei online ora. Per massima privacy, modifica entrambi. Considera di impostare l’ultimo accesso su “I miei contatti” come compromesso se desideri che i tuoi familiari o amici stretti sappiano se sei reattivo.

Foto profilo e informazioni personali: il primo dato che chiunque vede

La foto profilo è la prima cosa che uno sconosciuto vede quando ha il tuo numero. Se è impostata su “Tutti”, chiunque può capire come appari fisicamente. Limitala a “I miei contatti” per evitare che persone casuali costruiscano un profilo su di te. Lo stesso vale per la sezione Info, dove puoi aver inserito la tua data di nascita, il tuo numero di telefono alternativo, o altri dettagli. Questi dati, in mano a una persona con cattive intenzioni, possono essere usati per frodi di identità o social engineering.

Gestione di gruppi e comunità: chi può raggiungerti senza permesso

Uno dei canali meno ovvi attraverso cui la tua privacy viene violata è l’aggiunta involontaria a gruppi. Se qualcuno ti aggiunge a un gruppo senza il tuo consenso, improvvisamente sei visibile in quel contesto insieme a estranei. Imposta il permesso su “I miei contatti” se desideri che solo persone che hai salvato possano aggiungerti, oppure su “Nessuno” se vuoi approvare manualmente ogni aggiunta di gruppo.

Condivisione di posizione e backup: due funzioni spesso trascurate

Se attivi la condivisione di posizione in tempo reale, il tuo contatto sa esattamente dove sei per tutta la durata impostata. Usala solo in situazioni che la giustifichino realmente (ad esempio, quando il tuo coniuge ti viene a prendere). I backup di WhatsApp, inoltre, possono essere memorizzati su cloud (Google Drive per Android, iCloud per iPhone). Se il tuo cloud è hackato, anche le tue chat potrebbero esserlo. Considera di disattivare i backup automatici e di eseguirli manualmente solo quando necessario, oppure di crittografarli.

Come restare al sicuro nel tempo: abitudini smart con WhatsApp

Hai configurato tutto correttamente, ma le impostazioni non rimangono statiche. WhatsApp aggiorna frequentemente, e con ogni aggiornamento possono cambiare i comportamenti di default. La miglior difesa è diventare consapevole, non paranoico, ma attento.

Controlli periodici e consapevolezza degli aggiornamenti

Ogni 3-6 mesi, torna su Impostazioni > Privacy e verifica che le tue scelte siano ancora attive. Gli aggiornamenti di WhatsApp a volte ripristinano opzioni di default. Quando vedi una notifica di aggiornamento importante, leggi sempre il changelog prima di accettare. Se leggi qualcosa di nuovo riguardo alle impostazioni di privacy, non cliccare semplicemente “OK”; entra nelle impostazioni e verifica cosa è cambiato.

Buone pratiche quotidiane

Quando ricevi messaggi che ti invitano a cliccare link sospetti, resisti, anche se provengono da contatti noti. Gli account vengono hackerati e usati per phishing. Non usare WhatsApp per comunicare informazioni sensibili (numeri di conto, password, documenti di identità) anche se le chat sono crittografate end-to-end. Una volta che l’informazione esce dalla crittografia (ovvero, è letta da chi la riceve), chiunque sia a conoscenza di quella persona può accedervi.

Ricorda il principio fondamentale: la sicurezza non è uno switch da accendere una volta, è un’abitudine. Quando mandi un messaggio su WhatsApp ora, sai che cosa l’app può dire di te e cosa no. Sai dove controllare. Sai come proteggere. Questo è il vero potere. Se conosci amici o familiari che “accettano tutto senza leggere”, condividi questi passaggi. Una comunità più consapevole è una comunità più al sicuro.

TigrePess

TigrePess

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